Che cos’è la legge di Curly?

Abbiamo ereditato la legge di Curly dal cowboy Curly Washburn, quello del film “Scappo dalla città”.

«Una cosa. Soltanto una cosa.

Tu tienila stretta e tutto il resto può anche andare a puttane».

Non si può dire che Curly si sia sprecato in spiegazioni! Essenziale, sintetico, dritto al sodo.

La legge di Curly in effetti contiene la ruvida ed efficace saggezza dell’immediatezza. Quello che ci è dato subito di cogliere è che fare una sola cosa alla volta vuol dire dare priorità alle cose importanti della vita.

Normalmente da quante attività ci sentiamo obbligati o ci lasciamo sommergere? Crediamo di barcamenarci ma spesso affondiamo. Viviamo male, accumuliamo stress, raggiungiamo scarsi risultati. Capita no? Di lasciare tutto a metà, di compiere faticosamente ogni attività per ritrovarci poi stremati e accorgerci che non abbiamo fatto granché di brillante.

Cerchiamo di organizzare i programmi, di incastrare le scadenze, di farci guidare dalle to do list. Combattiamo contro il tempo e remiamo contro noi stessi. In questa smania del controllo totale, dell’adempimento completo e contemporaneo, in questo multitasking serrato e spesso improvvisato, la nostra produttività invece di migliorare collassa.

Umano, molto umano. Mettiamo a dura prova il nostro rendimento.

Invece fare una cosa alla volta:

-ci obbliga a pensare a cosa è più importante e quindi a far emergere l’attività cui dobbiamo dedicarci;

-ci aiuta a concentrarci: ci focalizziamo su una cosa, non siamo distratti da decine e decine di incombenze;

-ci consente di lavorare e agire con minor tensione e maggiore lucidità;

-ci fa raggiungere più facilmente soluzioni e traguardi: questo rinfranca la nostra motivazione e ci regala grinta, positività e determinazione spendibili per la prossima cosa, per un altro problema, per un nuovo traguardo.

Il fulcro è la nostra attenzione. Un’attenzione che genera successi. In effetti l’essenza della legge di Curly è nella nostra naturale e profonda connessione con quello che facciamo. Sostanzialmente l’unica possibilità di aumentare le probabilità di fare bene e ottenere ciò che ci siamo prefissati.

Stefano Pigolotti sta alla legge di Curly come un allievo diligente al maestro: ligio all’insegnamento!

Come si declina in pratica, questa legge di Curly?

In tre passi:

1)il primo è quello di porsi un solo obiettivo annuale. Invece di inaugurare l’anno con una sfilza di obiettivi che alla fine non porteranno altro che l’ansia e lo sgomento di non averne centrato neanche mezzo, con la legge di Curly impariamo a chiederci qual è il vero obiettivo dei nostri sogni, quello che davvero conta, quello che ci preme di più. Uno. Uno soltanto. Solo a questo punto possiamo individuare le tappe intermedie verso la meta e lavorare sulle abitudini quotidiane utili a favorire il viaggio.

2)il secondo è quello di cambiare una sola abitudine al mese. Poco? Macché. Invece di mettere in campo un proclama di intenti destinati a sfumare e franare nei giorni, confusi e smarriti negli intoppi, nelle frenesie e nella stanchezza, scegliere un solo proposito e restargli fedele adoperandosi a mantenerlo ogni giorno per un mese è l’autentica chance per procedere in maniera adeguata, positiva, consapevole.

3)il terzo è quello di impegnarsi a fare una sola cosa ma oggi! Dobbiamo tenere saldo l’entusiasmo per l’obiettivo dell’anno e la buona volontà che richiede il nostro impegno mensile ogni giorno, senza cedimenti e senza rinvii. Non dopo, ora. Qual è dunque la strategia da adottare? Fare ogni giorno un passo che ci avvicini a quel grande obiettivo finale. Una cosa. Una soltanto.

Sono le buone piccole abitudini quotidiane a realizzare i grandi sogni. Sviluppano le nostre attitudini, migliorano la nostra presenza, ottimizzano i nostri tempi, canalizzano le nostre energie.

Questo work in progress verso l’obiettivo mette a frutto le nostre potenzialità e le nostre abilità, tiene il focus sulle cose primarie e non ci fa disperdere in mille inutili rivoli, ci restituisce ogni giorno incentivo e motivazione per proseguire.

Con la legge di Curly ci liberiamo dall’arroganza di poter fare tutto, dalla paura di non riuscire a fare tutto, dall’illusione di poter mettere le nostre capacità al servizio di tutto.

L’ultima riflessione di Stefano Pigolotti?

La legge di Curly produce in noi ogni giorno una riserva di gratificazione e ci tiene ancorati a un principio di qualità: ci rende capaci di fare ciò a cui teniamo nel miglior modo possibile.

 

Stefano Pigolotti

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *