Gestione risorse umane: come garantirsi una squadra performante

In questo momento di grave difficoltà che stiamo vivendo, come imprenditori e professionisti, tra le situazioni più delicate da affrontare vi è la gestione delle risorse umane.

Nell’articolo di qualche giorno fa mi sono soffermato sull’importanza del CAPITALE UMANO, che compone, insieme ad altri asset, la ricchezza di ogni azienda.

Il coinvolgimento, lo stato d’animo, le aspettative e i timori di tutto lo staff interno, insieme ai collaboratori e partner esterni, identifica più di ogni altro elemento misurabile lo stato di salute delle nostre realtà imprenditoriali.

L’ottimizzazione delle performance dei collaboratori, quindi, diventa un punto di riferimento che permetterà, se adeguatamente sviluppato, di predisporre al meglio l’azienda alla riattivazione operativa e al “rimbalzo” commerciale e produttivo che tutti auspichiamo.

 

Qual è l’obiettivo commerciale da perseguire nello svolgimento delle proprie mansioni?

 

Oltre all’attività specifica di ruolo è fondamentale che tutti siano orientati al SODDISFACIMENTO DEL CLIENTE, indipendentemente dalla funzione svolta. Oltre alla riorganizzazione delle funzioni e all’adeguamento dell’organigramma, è quindi necessario introdurre (o potenziare laddove già presente), una specifica attività formativa, orientata a far aderire al meglio le caratteristiche di tutto il personale alla nuove linee guida straordinarie ed, in alcuni casi, ai nuovi modelli di business.

 

Qual è il tipo di formazione più opportuna da introdurre in un momento così delicato?

 

Sicuramente quella attitudinale! Sarebbe inutile ricorrere esclusivamente alla formazione tecnica (seppur opportuna) e tanto meno sperare di ottenere risultati più duraturi, anabolizzando le performance con quella motivazionale.

 

Di cosa si occupa la formazione attitudinale?

 

Se integrata in un piano strategico evolutivo, permette di potenziare le skills necessarie per svolgere con consapevolezza e autonomia il proprio compito da parte del singolo, di un reparto e di tutta l’azienda.

Rispetto ai ruoli più identificativi, quali sono le attitudini strategiche da allenare per interpretarli al meglio?

  • Titolari – Direttori – Manager – Leadership, capacità decisionale, affidabilità
  • Risorse Umane Capacità di coordinamento, problem solving, gestione dei conflitti, ascolto empatico, comunicazione efficace
  • Front Office – primo contatto con il cliente: empatia, resistenza allo stress, attitudine al multitasking
  • Ricerca e Sviluppo (commercial oriented) : Creatività – team working, flessibilità/adattabilità
  • Produzione: gestione delle procedure ed elaborazione processi, continuità di apprendimento, senso pratico.
  • Amministrazione e Finanza: analisi dei dati, elaborazione dati, sintesi in budget, affidabilità
  • Commerciale: Marketing strategico: visione, creatività, trasmissione strategie, intraprendenza.
  • Commerciale Vendite: Team Working, capacità organizzativa, pragmatismo operativo, creatività, motivazione, comunicazione efficace, analisi e gestione dati.Negoziazione e resistenza allo stress.
  • Servizio post vendita: Time management, analisi e gestione dati, empatia, comunicazione strategica, resistenza allo stress.

Ovviamente ogni funzione necessita di molte skills, ma quelle espresse sono le più urgenti da potenziare al fine di attivare ogni tipo di processo che, come specificato, deve essere “commercialmente orientato”. Questo atteggiamento è sicuramente foriero di proattività e successo.

 

Come possiamo trasmettere questi contenuti e i loro opportuni approfondimenti personalizzati alla singola risorsa, al reparto interessato o addirittura a tutte le componenti aziendali?

 

Sono molte le forme di attività da proporre, ma credo tra le più immediate ed efficaci vi sia il percorso sulla consapevolezza del ruolo che permette, basandosi sulla percezione delle abilità e della funzione da svolgere, di esprimere al meglio:

COSA FARE

Attività pratiche per lo svolgimento operativo

COME FARLO

Modalità esecutiva che esprima risultati e controllo

PERCHÉ

Motivazione profonda del perché in ambito:
– personale (crescita individuale)
– funzione (aumento performance di reparto)
– aziendale (la mission aziendale come orientamento filosofico)

IN QUANTO TEMPO     

Elemento delicatissimo da gestire in base alle esigenze delle aziende e capacità del personale per poter validare la bontà del prodotto/servizio offerto.

QUANTO BENE     

Standard di qualità che devono mutare in crescita rispettando una roadmap evolutiva che tenga conto del tempo, della bontà di resa e, soprattutto, della soddisfazione del dipendente e del cliente
Solo quando il collaboratore è consapevole della valenza di ciò che esprime, si ottiene il massimo rendimento aziendale.

 

E’ deduttivo, quindi, quanto sia fondamentale proporre percorsi personalizzati aderenti alla visione aziendale, alla sua filosofia e alla sua organizzazione, che abbiano come primario obiettivo aumentare l’autorealizzazione dei dipendenti attraverso l’attività svolta.

Questa è la versa sfida. La comunione di intenti trasversale. Proprio per tale motivo, desidero approfondire due soft skills fondamentali per l’innesco di un processo virtuoso, in qualsiasi settore si operi e per qualsiasi azienda di diversa dimensione e struttura: Leadership e Followship.

In letteratura formativa, vi sono migliaia di libri che, trattano la leadership descrivendola, a ragione, come il punto di partenza per ottenere il successo personale e aziendale.

Ebbene, è inutile che anch’io mi accodi al gregge che talvolta risulta ripetitivo e (ahinoi) banale. Preferisco osservare la leadership da un’altra prospettiva e quindi, vi parlerò della followship, cioè della capacità di seguire il leader.

Citando Gino Bramieri, noto barzellettiere e comico italiano, otteniamo un’evocazione perfetta di ciò che voglio trasmettere: “Per far sì che una barzelletta sia considerata divertente si devono verificare due condizioni: la prima è che vi sia qualcuno capace di raccontarla e la seconda è che chi ascolta sia disponibile a ridere!”

Ecco qui la magia.
Il follower è colui che, pur mantenendo il senso critico, esprime una predisposizione ad eseguire quanto gli viene comunicato. Deve essere consapevole che senza di lui l’idea non verrà trasformata in attività operativa e allo stesso tempo deve “far sua” la visione che gli viene trasmessa.

Ho accennato al senso critico, ma vorrei oltremodo approfondire tale concetto: non sempre il progetto che viene trasferito ha tutti gli elementi coordinati perché lo stesso si attivi senza problemi.

Spesso la carenza di attitudine pragmatica in chi sviluppa idee, necessita proprio di una controprova fisica per renderle efficaci.

E così, in clima di serena condivisione, il follower operativo può sottolineare i limiti o le grandi opportunità non ancora evidenziate nella fase di studio.

Attenzione però, se vi fosse scarsa capacità di lavorare in team oppure, eccedenza di aggressività da parte del leader (solitamente legata all’orgoglio) o poca disponibilità ad assimilare da parte del delegato operativo, non si arriverebbe all’idilliaca collaborazione, bensì, ogni occasione diventerebbe buona per alimentare dell’inutile acrimonia che sfocerebbe a livello personale in insoddisfazione e frustrazione e, a livello aziendale nel ridimensionamento della performance, financo al fallimento del progetto.

Ora vi apparirà più chiara la mia definizione di poco fa: esercitiamo la leadership verso l’alto!

E’ proprio così, il vero leader, oltre a saper valutare le attitudini già presenti nei suoi collaboratori (con l’augurio che siano molte e ben sviluppate) deve saper trasformare, attraverso regole chiare e tanta empatia, la sua visione, la necessità del confronto costruttivo, il desiderio di crescere insieme.  

Solo così, sicuro di aver fatto il possibile per ottenere il massimo il leader, avrà le condizioni opportune per valutare il processo e l’operatività dei suoi follower.

Su questo si basa l’economia di relazione: non solo ponendo la massima attenzione ai target esterni, ma considerando come primari i “clienti interni”. Il Vostro CAPITALE UMANO.

Impegnandovi a stimolare adeguatamente il vostro staff, sarete in grado di affrontare ogni tipo di sfida.
E’ una scommessa già vinta in partenza!
Io, se fossi in voi, farei ALL-IN.

 

Stefano Pigolotti

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