Scegliere i propri pari, perché è importante nella vita

Contano moltissimo, le persone che frequentiamo.

Contano per il nostro benessere, per le nostre possibilità quotidiane, per le nostre prospettive.

Al di là di quelli che possiamo considerare veri e propri “facilitatori”, come un mentore o un coach, tutti coloro che ci ruotano intorno e con i quali viviamo, lavoriamo e interagiamo, hanno un’influenza su di noi e sulla nostra vita.

Ce l’hanno in molti modi e per diverse ragioni.

Innanzi tutto vige una sorta di istinto naturale all’emulazione e all’adattamento.

Cosa significa?

Significa che tendiamo a prendere atteggiamenti e abitudini da chi ci è vicino, significa che chi condivide fianco a fianco molto tempo tende a omologarsi a uno standard comune.

In seconda battuta ci sono appunto persone che favoriscono il nostro benessere, la nostra identità, il nostro cammino, e persone che, al contrario, remano contro. Non è detto che queste ultime ci vogliano male o lo facciano deliberatamente, esercitano comunque un influsso controproducente.

In effetti siamo noi stessi, spesso, a non volerci distinguere troppo dalla nostra cheta e omologata compagnia di persone e magari tendiamo a livellarci alle loro aspettative o ai loro modelli. Viceversa, se stiamo parecchio con persone stimolanti o di grande abilità, siamo portati a migliorare e sviluppare noi stessi le nostre capacità.

Chi va con lo zoppo inizia a zoppicare?

Diciamo che certe caratteristiche possono davvero essere contagiose.

Magari vorremmo tenerci in forma con un po’ di sana attività fisica ma se tutti i nostri amici sono pigri cronici che ci deviano dal nostro proposito, molto probabilmente finiremo per cedere e uniformarci.

Certamente dobbiamo dunque imparare a selezionare i nostri pari. Non tutti sono adatti a noi come noi non siamo fatti per chiunque.

Abbiamo più opportunità di essere noi stessi, esprimere il nostro potenziale, raggiungere i nostri obiettivi, quando ci circondiamo di persone con i nostri valori, con qualità positive, che non ci sviliscono.

Questo non significa, sia chiaro, fare sempre scelte di comodo. Cercare ad ogni costo e strategicamente le “persone giuste” solo per il successo economico, ad esempio, può risultare disastroso dal punto di vista umano e sentimentale.

Vuol dire se mai tenersi al centro della propria vita e tenere conto delle proprie emozioni, dei propri desideri, dei propri sogni e delle proprie esigenze.

Questo ci permette di sapere a chi dare e da chi ricevere.

Questo ci permette di capire se e quanto investire in una relazione.

Questo ci permette di mantenere la nostra autonomia.

In sostanza quello che è davvero importante è fare scelte consapevoli. Se è essenziale non dipendere mai da qualcuno lo è anche donare molto di sé nei rapporti che riteniamo importanti e meritevoli.

Naturalmente siamo portati a distinguere molto le situazioni di lavoro, gli intrecci affettivi e familiari. La realtà è che in tutti i casi, se escludiamo forse l’amore incondizionato dei genitori verso i figli, i rapporti si nutrono di confronto e scambio, di ricchezza condivisa e incessantemente alimentata da entrambe le parti.

Se consideriamo bene tutto ciò ci sarà più facile anche uscire dalla zona di comfort e fare passi verso le persone e le situazioni che ci aiutano, che sono adeguate a noi, che nutrono la nostra anima.

Nutrimento dell’anima! Ecco, quando siamo al centro della nostra vita e del nostro percorso di evoluzione l’ideale gruppo dei pari è quello che meglio risponde alla nostra tendenza interiore o costituisce addirittura uno standard più elevato.

I nostri pari sono in definitiva le persone con cui trascorriamo molto tempo, allacciamo amicizie, instauriamo collaborazioni di lavoro, progettiamo scopi di vita. E allora selezionarli vuol dire predisporci a una condizione proficua, fruttuosa, appagante.

Riflettiamoci bene.

Le persone che frequentiamo contribuiscono a determinare ciò che pensiamo. I nostri pari ottimisti, brillanti, attivi, sorreggono, esortano, confortano il nostro entusiasmo e le nostre occasioni. I nostri pari pessimisti, cupi, passivi, ci demoralizzano, ci frenano, ci demotivano.

Quella dei pari è sempre una scelta semplice?

No. Alcune persone sono nella nostra vita, a prescindere dalle nostre decisioni. Altre ci entrano e non possiamo magari del tutto ‘liberarcene’. Altre ancora sono le persone cui siamo determinati consapevolmente a donare amore pure in maniera univoca.

Cosa fare dunque? Può essere doloroso tagliare i rami secchi e prendere le distanze dalle presenze negative. Se sono azioni possibili è necessario trovare la forza di farlo, altrimenti è comunque indispensabile incrementare e dare forza alle presenze positive.

Se immaginiamo una bilancia possiamo facilmente intuire che dobbiamo fare in modo che il piatto pesante sia costituito dai pari che ci scegliamo, quelli che possiamo chiamare pari positivi.

Per la qualità della nostra vita, per le chances di realizzazione dei nostri propositi, per il presente e il futuro a nostra immagine e somiglianza, la scelta dei pari è come l’acquisto di un biglietto ferroviario in prima classe diretto a destinazione rispetto a un impervio sentiero senza mappa e senza cartelli.

 

Stefano Pigolotti

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