Cosa mi spinge a non procrastinare? Vi racconto la mia esperienza

«Quando si agisce il coraggio cresce, quando si rimanda la paura cresce»

(Publilio Siro)

 

Quella di rimandare impegni, decisioni, azioni, scelte, è una tendenza diffusa. In una certa misura umana e davvero giustificabile. Possiamo rinviare qualcosa perché siamo stanchi e temiamo di farla male, perché temporeggiare ci aiuta a raccogliere elementi indispensabili e ad elaborare meglio le cose, perché siamo davvero troppo carichi di incombenze e non possiamo sbrigare tutto. Del resto, bisogna dirlo, c’è un’inerzia creativa da conservare e difendere. È lo spazio del pensiero che ci concediamo prendendo un po’ le distanze dalle incombenze.

In realtà però la maggior parte dei rinvii più che da giustificazioni è supportata da scuse. Quello che fa procrastinare è la pigrizia, la paura, la mancanza di organizzazione o di motivazione. L’idea è quella di scansare l’appuntamento con ciò che ci preoccupa, ci annoia, ci appare faticoso.

Perché io sono propenso a non procrastinare?

Innanzi tutto perché ho lavorato su di me, sulla mia consapevolezza, sui miei obiettivi.

Sostanzialmente il mio perché, lo scopo che mi anima, tiene carica la mia energia, la mia buona volontà, la mia perseveranza.

Lavorare su di me ha prodotto responsabilità: possibilità e risultati non sono lasciati al caso, sono affidati alle mie capacità, alla mia determinazione, alla mia resilienza.

Questo non ha eliminato i rischi: posso sbagliare, come tutti. È un’evenienza che si può però mettere in conto senza con ciò rinviare inutilmente ciò che comunque bisogna affrontare.

Ho poi imparato che procrastinare porta con sé due fardelli: il primo è quello di avere comunque il peso di ciò che si è rinviato, il secondo è che quel pensiero fisso inquina la qualità del tempo dedicato ad altro.

Non è ancora tutto. Procrastinare comporta spesso conseguenze a catena. Fa accumulare lavoro e stress, logora lo spirito e innesca un meccanismo di insicurezza e disistima, deteriora relazioni, trascura opportunità o lascia incompiuti programmi e progetti dei quali potremmo invece felicemente giovarci. Talvolta, tanto per esemplificare, rinviare una dieta e rimandare all’infinito il proposito di una sana attività sportiva, produce ripercussioni brutte e repentine sulla salute. Il pentimento a posteriori purtroppo non arriva sempre a sanare ciò che abbiamo tralasciato.

E allora sono spinto a non procrastinare perché credo sia giusto concedersi una chance e onorarla fino in fondo. Possiamo essere e fare molto se ci crediamo e siamo fedeli alla nostra tabella di marcia.

Tendo a non procrastinare perché tutti i passi che compio sgombrando il campo da qualsiasi scusa sono già un successo, una vittoria. E tendo a non procrastinare perché ho scoperto che, superata la resistenza iniziale, ciò che sembrava difficile il più delle volte si sgonfia.

Procrastinare in maniera cronica significa consegnarsi a un malessere profondo. Il fatalismo, la rassegnazione sono assai peggio del male cui ci si illude di sottrarsi differendo giorno dopo giorno. Ecco, la verità è che non procrastino perché voglio godermi la gratificante sensazione di vivere.

Ci sono tecniche, trucchi e strategie anti-procrastinazione. C’è la giusta to do list che mette in cima proprio quelle cose che tanto vorremmo spingere in fondo per farle finire a domani e poi a dopodomani. C’è l’eccellente pratica di concentrarsi sul primo passo invece di rimuginare sul seguito: vivere proprio l’attimo, ben focalizzati, aiuta a dissipare gran parte di quella tensione, di quel disagio, di quel fastidio che è la molla della procrastinazione.

In sostanza a una cattiva abitudine dobbiamo opporre una buona abitudine.

Ma la sintesi più importante della mia esperienza, quella che oggi non mi fa procrastinare è proprio dovuta a due concetti essenziali e portanti della mia formazione e del mio pensiero:

  1. il tempo è una risorsa preziosa da non sprecare e con cui allearsi
  2. l’unico tempo che abbiamo davvero a disposizione è ora

 

Procrastinare ci allontana tanto dalla realtà che dai sogni. Ci allontana da noi stessi. Fare oggi invece di rimandare a domani sviluppa la nostra forza, aumenta le probabilità di successo.

 

Stefano Pigolotti

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