Senza creatività non può esistere innovazione

In una buona cultura d’impresa è scontato che l’innovazione passi dalla creatività. D’altra parte è così in qualsiasi ambito, in qualsiasi contesto. Il progresso, in tutte le sue forme e in qualsiasi settore, è il portato della scintilla della creatività. Le scoperte e le invenzioni sono sempre il frutto della creatività, ce lo insegna la storia in tutti i campi.

«La creatività e senza dubbio la risorsa umana più importante».

(Edward De Bono)

La creatività in effetti è il grimaldello con il quale forziamo le serrature degli schemi. La capacità di uscire dagli automatismi, di pensare alternative, di studiare sviluppi.

A stimolarla particolarmente è proprio la convinzione che esistano strade non battute, soluzioni sconosciute, possibilità da raggiungere. Chi crede nell’innovazione è portato ad analizzare ciò che è noto da mille diverse angolazioni proprio per superarlo, per modificarlo, per dargli una nuova utilità o una nuova connotazione.

Le “idee” maturano nell’immaginazione e si avvalgono della conoscenza per essere realizzate. Certamente la creatività è spesso una dote innata ma questo non significa che non si possa lavorare per svilupparla e potenziarla.

Bisogna attivare l’osservazione e la concentrazione: un vero lavoro mentale di analisi, rappresentazione ed elaborazione.

Giovano naturalmente le esperienze, le relazioni, le competenze, le capacità di connessione, le attività ludiche e gli svaghi.

Proprio queste ultime, nelle quali pensiamo e agiamo in maniera più fluida e libera, sono molte volte un grande stimolo alla crescita e alla valorizzazione della creatività.

Bisogna dire infatti che frequentemente mortifichiamo la creatività nella routine, nella zona di confort, nella paura del cambiamento.

Tutto ciò che ripetiamo per abitudine e per il quale non mettiamo in moto attenzione e motivazione, più difficilmente stimola la nostra creatività. Quanto più invece siamo spronati da necessità, obiettivi o desideri, tanto più attiviamo le nostre risorse creative.

Ci sono veri e propri metodi e tecniche per mettere in funzione o rendere più brillanti le nostre “prestazioni creative”.

Perché è così importante?

Perché la creatività è la molla che ci porta oltre.

A vedere ciò che non c’è e si potrebbe fare, ciò che c’è e si potrebbe migliorare.

A trovare una soluzione a un problema.

A dare bellezza a qualcosa che non ce l’ha.

Attiene all’arte e alle discipline umanistiche? No, la creatività è una dote che applichiamo ovunque.

La dote, appunto, che consente l’incessante innovazione.

Potremmo davvero definire l’innovazione come la creatività canalizzata, messa a frutto, tradotta in risultati.

La creatività fiorisce in un terreno di flessibilità, competenze, talento, focalizzazione e tenacia.

Il gusto della sfida, l’intuito, la fantasia, la capacità di elaborare e strutturare in maniera inconsueta le esperienze, le osservazioni, le analisi, si nutrono di conoscenza e innovano.

Nella nostra epoca la rilevanza della creatività è ancora più esplosiva ed evidente.

Nelle scienze, nell’economia, nella tecnologia, i percorsi tradizionali non sono più sufficienti, non sono più adeguati.

L’alta competizione ci chiama a differenziarci. E ci differenziamo grazie alla creatività. La creatività ci tiene nel viaggio dell’evoluzione.

È la scintilla sempre accesa. Possiamo notare, del resto, che un ambiente creativo genera e diffonde stimoli, ci porta fuori dai soliti binari, stuzzica e alimenta il nostro ingegno.

 

Stefano Pigolotti

 

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