Selettività, perché imparare a scegliere

Possiamo definire la selettività come la volontà e la capacità di operare scelte, di orientarci tra direzioni.

Essere selettivi, operare una selezione, significa applicare a cose, persone, situazioni, i nostri filtri emotivi e di valutazione.

Cresce con la maturità, la selettività. Con la consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo. Impariamo a dire sì e no, a decidere cosa ci piace e cosa non ci aggrada, quali percorsi vogliamo seguire e quali non fanno per noi, che persone desideriamo frequentare e quali preferiamo evitare.

La nostra vita è fatta di momenti, contingenze, esigenze, idee e aspirazioni che mutano in base ai contesti, all’età, agli stati d’animo. Nel tempo e nello spazio possono dunque variare anche le nostre percezioni e quindi le nostre selezioni.

Resta il fatto che la selettività è essenziale. Essenziale al nostro benessere, essenziale agli obiettivi che ci poniamo, essenziale alle nostre concezioni.

Pensiamo, per esemplificare, alla saggezza dell’esperienza. Quella che ci insegna cosa è utile e cosa è inutile, cosa ci fa bene e cosa ci fa male. Quante volte rompiamo relazioni, abbandoniamo luoghi, cancelliamo abitudini, proprio sulla base di quella selettività che ci guida?

Talvolta è puro istinto di sopravvivenza. Altre volte il risultato di un processo razionale. Se vogliamo una vita “di qualità” siamo molto selettivi. Questo non significa essere egoisti, calcolatori, freddi. Vuol dire al contrario muoversi verso una necessaria condizione di serenità.

Spesso impariamo a scegliere anche grazie agli errori, alla sofferenza, ad eventi negativi. Nel nostro cammino umano e professionale è assolutamente normale evolvere e acquisire maggiore capacità di scelta.

Perché è importante scegliere?

Scegliere è importante perché ci rende protagonisti, dei nostri giorni. Perché per le nostre mete siamo noi che dobbiamo prendere delle decisioni. Perché invece di farci travolgere da tutto riusciamo a sostenerci con un ordine di priorità. Perché manteniamo la bussola dei nostri valori.

Che senso attribuisce Stefano Pigolotti alla selettività e alla scelta?

Intanto credo alla conquista del potere di autonomia e di discernimento. Se non scegliamo siamo scelti, magari da situazioni che non sono affatto quelle migliori per noi. Esercitare le proprie scelte significa volersi bene, consentirsi di cambiare, camminare verso i risultati auspicati.

Riconoscere di essere nel posto sbagliato o nel ruolo inadeguato e darci il permesso di provare a prendere un’altra direzione è fondamentale. La selettività è un indice di forza d’animo e anche di responsabilità. Sì, siamo responsabili di ciò che possiamo diventare e molto deriva dalle nostre scelte.

Cosa frena spesso queste scelte?

L’insicurezza, i sensi di colpa, la paura. Sentimenti appunto che non ci fanno stare bene, che dobbiamo superare, che ci impediscono di esprimere la nostra natura e le nostre potenzialità.

Stefano Pigolotti ha messo a punto un metodo per imparare a scegliere?

No, non un metodo ma un’indicazione sicuramente efficace. Quella di mettersi alla prova quotidiana con piccole scelte. Le piccole azioni di selettività fanno breccia, ci restituiscono subito la misura delle nostre possibilità. Come mettere in moto questa dinamica? Ascoltandoci. La spia di quello che subiamo o perdiamo per scelte non fatte o rinviate è sicuramente rossa. Meritiamo di prenderci in considerazione, di provare a darci il meglio.

Se dunque una brusca svolta ci spaventa, la logica migliore è sempre quella degli step. Comunque lo scatto dobbiamo farlo, sfidando quello stato di apnea.

Del resto essere selettivi non significa essere chiusi e ostili al mondo e alle relazioni. Significa vagliare, setacciare. Non solo per un processo di autodifesa o di opportunità per cui siamo portati a prendere le distanze da ciò che per noi è “tossico” ma anche per coltivare ciò che ci corrisponde, ciò che è positivo, ciò che è stimolante. Siano dimensioni, persone, fatti o cose, le scelte incidono su ciò che diventiamo.

Ecco, per aiutarsi nel coraggio di scegliere, è interessante pensare alla selettività come un’alleata per essere fedeli alle nostre ispirazioni, ai nostri principi, ai nostri sogni, per metterci al riparo da qualche rimorso e da qualche rimpianto, per onorare le chances che ci capitano.

La selettività in effetti in qualche modo ci definisce, racconta chi siamo, facilita la nostra strada. Costruisce, fortifica, afferma la nostra identità. Non siamo portati per qualsiasi cosa, non dobbiamo adeguarci a tutto. Accettare e gestire queste considerazioni naturali è maturità. Quella maturità che include e consente la coscienza dei propri punti di debolezza e della propria unicità.

 

Stefano Pigolotti

 

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