Scegliere di essere felice: ecco come fare

Avete presente quando cercate disperatamente un oggetto che non ricordate dove avete messo, che credevate in un cassetto e invece non c’è, che vi sembra di aver appena posato proprio a un palmo da voi e invece non lo vedete più?

La felicità ci fa lo stesso “scherzo”: sembra sfuggirci, rintanarsi in qualche angolino sperduto, uscire dalla nostra vista, allontanarsi appena siamo lì lì per raggiungerla.

Essere felici è il grande desiderio universale. Ciò che tutti vogliono e pochi riescono ad afferrare.

Ciascuno di noi matura una sua idea, di felicità. Ma tutti rischiamo di passare la vita ad inseguirla. Chi nel lavoro, chi nell’amore, chi avventurandosi in giro per il mondo. Come un sogno destinato a svanire ad ogni risveglio.

In effetti riponiamo l’idea di felicità in qualcosa: un’adorabile famiglia, il successo, la ricchezza, una vita spensierata. E invece c’è sempre un problema, un ostacolo, un dolore, che ci impedisce di sentirci felici.

 

Ma cos’è, la felicità?

Uno stato interiore, un sentimento. Una scelta, dovremmo aggiungere.

Ce la impediamo se la facciamo dipendere da quel qualcosa che è fuori di noi. In effetti talvolta ci sentiamo proprio destinati, all’infelicità. Perché le preoccupazioni ci affliggono. Perché viviamo in un posto diverso da quello in cui vorremmo. Perché non abbiamo il lavoro che crediamo di meritare. Perché ci sono nodi dei nostri giorni che non vogliono sciogliersi.

In realtà siamo noi, a condannarci all’infelicità.

Siamo noi a cercarla altrove invece che dentro di noi. Siamo noi a ostinarci a identificarci con quello che non funziona, con quello che non ci piace, con quello che ci fa star male.

 

La felicità è una decisione. Una decisione che prendiamo nonostante i problemi.

Ma come si fa, a scegliere la felicità?

Il primo passo che dobbiamo compiere è accettare quello che viviamo e siamo. Non è rassegnazione, l’accettazione è un consapevole punto di partenza. Non cancella quello che ci tormenta, lo mette al suo posto, gli dà una misura, gli impedisce di impossessarsi di noi.

Il secondo passo è fare quello che è possibile, compiere cioè tutte le azioni che sono nelle nostre facoltà per rimuovere o limitare le cause di infelicità, per prendere le distanze da ciò che per noi è negativo, per dare risposta e sistemazione a quello che ci ha lungamente avvilito o oppresso.

L’accettazione reca in sé anche il terzo passo ovvero imparare a convivere con ciò che non possiamo eliminare o modificare. Questo significa agire perché abbia su di noi meno impatto distruttivo. Molta nostra sofferenza, pensateci, non deriva tanto da quello che patiamo ma dall’importanza che gli attribuiamo. Se sgonfiamo l’ingombro, se gli sottraiamo potere, non ci provocherà più la stessa infelicità.

Il quarto passo è valorizzare tutto ciò che ci fa bene, che ci regala positività, che è ragione di entusiasmo e ottimismo.

La felicità è esattamente quel punto lì, quello in cui ci risolviamo a essere felici della nostra vita, di ciò che siamo in grado di fare, di ciò che ci è dato godere.

La felicità è nel preciso attimo in cui capiamo che non dobbiamo avere chissà quale motivo per esserlo.

Difficile?

Prendiamola come una sorta di abitudine con cui prendere confidenza, un’attitudine che possiamo sviluppare, una speranza che merita di essere coltivata.

La felicità in fondo è una questione di atteggiamento.

Scegliere di sorridere, di apprezzare il buono che abbiamo, di compiere gesti positivi, di non affannarsi troppo per il futuro e non rimuginare troppo sul passato, sono piccoli passi quotidiani in direzione felicità.

Anche la cura di sé è un sostegno rilevante, per la felicità.

E lo è ancor più l’attenzione. Quell’amorevole attenzione che possiamo dedicare al nostro qui e ora, con entusiasmo e dedizione.

Più ci appropriamo di questa dimensione di apertura, a noi stessi e alla vita, più ci avviciniamo alla felicità.

Possiamo fare altro?

Sì.

Praticare generosamente la gratitudine, aiutare qualcuno in difficoltà, essere più indulgenti con se stessi. Pure smetterla di accanirsi per tutto e, invece, recuperare quel magnifico mondo di piaceri ed emozioni che troppo spesso releghiamo in uno spazio angusto, mortifichiamo o dimentichiamo.

L’elenco potrebbe essere lungo. Davvero.

La decisione di essere felici è un po’ la somma di tante decisioni che possiamo prendere ogni giorno e che lentamente ci trasformano. Ci trasformano in persone felici.

Tutte le scelte di pace, di gentilezza, di pazienza, di bontà, sono scelte di felicità.

Invece di farla dipendere da qualcuno o da qualcosa, facciamo dipendere la felicità dalla nostra volontà.

 

Doniamo un po’ del nostro tempo, se ci è possibile. Frequentiamo persone felici. Diamoci a buone letture. Rispolveriamo l’hobby confinato in soffitta. Smettiamola di lamentarci e guardiamo le bellezze che ci circondano. Coltiviamo l’amicizia e i sani valori.

Predisponiamoci, in una parola, alla felicità!

 

Stefano Pigolotti

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