Resisto dunque sono

Ispirati dal libro di Pietro Trabucchi, “Resisto dunque sono”, riflettiamo sull’energia della resilienza.

Trabucchi sostiene che gli esseri umani sono stati progettati per affrontare con successo difficoltà e stress. L’umanità è in effetti sopravvissuta a tragedie e catastrofi perché è programmata con una serie di risorse utili alla resistenza, alla tenacia, alla reazione.

La resilienza, lo sappiamo, è quella capacità psicologica che ci fa fronteggiare in maniera efficace le difficoltà, che ci fa leggere le situazioni negative come contingenze superabili, che ci fa mantenere il controllo sulla vita e sul contesto anche in un momento problematico, faticoso, ostile, che ci motiva a raggiungere gli obiettivi nonostante gli ostacoli, che ci muove alla speranza di fronte alla sconfitta o alla delusione, che ci fa leggere gli errori e i cambiamenti come sfide e opportunità.

L’idea della convivenza felice con lo stress può essere facilmente confusa con un ottuso masochismo.

In realtà la resilienza, che esprime un profondo concetto di anti-fragilità, non è di chi ama i guai, gode ad infilarsi nei pasticci, cerca il dramma ad ogni costo. È di coloro che vivono, danno valore alla vita e al tempo, riconoscono le emozioni e imparano a gestirle. Di coloro che scelgono la lotta e l’ottimismo.

 

Perché mettere insieme lotta e ottimismo?

 

Perché la resilienza è portentosa proprio in quanto coniuga azione e spirito fiducioso.

Il nostro impegno e la nostra determinazione ci fanno risalire la china. Resistiamo perché crediamo di potercela fare.

Fondamentalmente resistere, pensiamoci bene, è un impulso naturale. Quello di sopravvivenza non ne è forse la prima naturale dimostrazione del nostro istinto a tener duro?

Molte cose possono andare male ma non è detto debbano fermarci. Non impareremmo quasi nulla se al primo sbaglio o alla prima caduta gettassimo la spugna.

Noi possiamo subire una sconfitta ma non essere sconfitti. Ci rialziamo e inseguiamo la vittoria.

Del resto nasciamo per incontrare gioie e dolori, glorie e delusioni, ma siamo il risultato del nostro cammino e la somma di tutto. Abbiamo sempre in serbo una nuova strada, un’altra occasione, una differente storia da scrivere.

Nel nostro bagaglio c’è quanto serve per rialzare il capo, sempre.

 

Possiamo allenare e migliorare la nostra resilienza?

 

Certamente. La resilienza è davvero come un muscolo, in palestra possiamo farlo crescere. E quanto più la esercitiamo tanto più ci rinvigorisce.

Eccoci dunque all’energia, della resilienza. Quando ci opponiamo allo sconforto, alla paura, alla pena, alla stanchezza, potenziamo la nostra energia, la autorigeneriamo. Teniamo le redini in pugno e ci ritroviamo appagati dalla nostra sensazione di autoefficacia.

Il destino tende agguati, apposta trappole, ci mette spalle al muro? Capita.

Eppure la verità è che ci è dato svicolare, salvarci, trovare rimedi. Quanto più alimentiamo il nostro pensiero positivo tanto più ci è facile. Sostanzialmente scegliamo: scegliamo di non farci travolgere.

Resisto dunque sono è un’affermazione di vita. Ci riconosciamo potere.

Se partiamo da questo principio, se ne comprendiamo appieno il valore, diamo il primo grande slancio alla nostra resistenza.

Ci sentiamo più forti, ci scopriamo capaci di tenerci in piedi nonostante la bufera.

Invece di ipotizzare il peggio davanti a un’eventualità preoccupante ci armiamo per farle fronte.

Se ci capita qualcosa che ci fa tremare la terra sotto i piedi manteniamo l’equilibrio, facciamo un salto verso una zona più stabile, cerchiamo di adattarci al tremolio insomma rimoduliamo la nostra vita invece di lasciarla in balia del caso e della nostra rassegnazione.

Domani è davvero un altro giorno e vale la pena arrivarci in forma!

 

Stefano Pigolotti

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