Emozioni: gestisci le tue e gestirai quelle degli altri

La gestione delle emozioni è un tema sul quale si dice e si scrive sicuramente molto. È uno snodo importante per la crescita personale e una conquista fondamentale per un maggior benessere.

Rabbia, ansia, paura, eccitazione, commozione, fastidio?

Le emozioni, positive e negative, sono umane e inevitabili. Vien da sé che sono soprattutto quelle negative ad allarmarci, crearci disagio o farci commettere errori.

In preda alle emozioni infatti re-agiamo d’impulso, in modo scomposto e talvolta eccessivo.

Quando pensiamo di gestirle ci affanniamo a dominarle e a metterle a tacere. Se proprio abbiamo i nervi saldi, tentiamo di razionalizzarle in ogni modo. Ma proprio in quel momento perdiamo in realtà un’occasione. L’occasione di comprendere davvero cosa ci raccontano. E, peraltro, questo fantomatico autocontrollo esasperato è una pura illusione. Le emozioni sono lì, le proviamo eccome.

 

Agire invece di re-agire

Sono sbagliate, sono inutili, sono cattive? No, sono normali impressioni e sensazioni scatenate da una situazione, da un momento, da un evento. E allora quello che dobbiamo imparare a fare è utilizzarle come un vero e proprio strumento per cogliere le preziose informazioni che le emozioni esprimono e scegliere il comportamento da adottare: agire invece di re-agire.

Cosa implica e cosa significa, agire invece di re-agire?

Implica innanzi tutto riconoscerle. Le emozioni non vanno negate, vanno anzi accolte con attenzione. Possono spiegarci molte cose di noi e di quello che avviene intorno a noi. Esistono ma non devono travolgerci. Conoscerle e dialogare con loro vuol dire riuscire a canalizzarle nel modo migliore, a farne una risorsa.

Le emozioni non sono di per sé sbagliate, inutili o cattive. Di solito lo è il modo in cui re-agiamo. Perché appunto ne siamo preda. Se immaginiamo di fare un passo indietro da molte scene della vita, di guardare un fatto a distanza, di poter idealmente posticipare la re-azione, capiamo immediatamente che con il tempo, la calma, la giusta riflessione, alle stesse emozioni non soccombiamo affatto.

Questo significa che non dobbiamo identificarci con l’emozione del momento e che possiamo analizzare quello che ha scatenato l’emozione e decidere cosa fare.

È impossibile evitare la rabbia.

Presi dalla rabbia però possiamo consegnarci all’istinto e prendere a pugni chi l’ha provocata, covare il furore e poi scaricarlo sul primo innocente che osa rivolgerci la parola…oppure mettere in moto le nostre strategie di elaborazione positiva delle emozioni. La respirazione, il rilassamento muscolare, le tecniche di focalizzazione su emozioni belle aiutano moltissimo. Perché? Perché ci restituiscono l’esatta misura delle cose e delle situazioni e ci permettono di arrivare ad agire quando abbiamo correttamente gestito le nostre emozioni.

Questo significa non cedere alle re-azioni e agire con consapevolezza.

La rabbia? Magari è giustamente sbollita. Magari è ben canalizzata a darci la grinta e la determinazione per risolvere la questione in maniera efficace.

 

Ecco che tutte le emozioni sono un patrimonio prezioso. Che vita sarebbe senza emozioni? Non esisterebbero la creatività, la gioia, lo stupore!

Un patrimonio del quale avere cura. Noi non siamo la rabbia, la rabbia è una naturale evenienza con la quale stringere un patto impedendole di governarci. In fondo sappiamo bene che siamo molto più di lei e molto più capaci!

Gestire le emozioni è fulcro, come accennato all’inizio, del benessere e della crescita personale. Esserne padroni anziché esserne dominati passa appunto dal giusto ruolo e dalla giusta misura che diamo loro.

 

E le emozioni altrui ci influenzano?

Quanto più diventiamo bravi a gestirle tanto meglio ci relazioniamo con il contesto e tanto meglio siamo in grado di intercettare e fronteggiare quelle altrui.

Come?

Il primo aspetto che si manifesta in una buona gestione delle emozioni è che riusciamo ad esprimere sentimenti e sensazioni, non cadiamo in distorsioni acute della realtà, entriamo in relazione con gli altri in maniera fluida, conscia e serena, siamo più propensi alla soluzione delle situazioni piuttosto che alla loro complicazione.

Il processo di riconoscimento e alleanza con le proprie emozioni sviluppa empatia. Rende in effetti molto più facile intuire e comprendere le emozioni degli altri.

La paura, la tristezza, la frustrazione? Le fiutiamo, le ammettiamo, le capiamo.

Utilizzando ancora la rabbia come elemento illuminante, invece di gridare come ossessi tirandoci addosso pure l’ira degli altri e impantanandoci in una guerriglia, sappiamo porci e interagire con assertività, smontare la rabbia altrui, spostare l’attenzione sul nocciolo della questione invece di lasciare che sia il conflitto a rubare la scena.

Non solo. Abbiamo disattivato i meccanismi automatici che generano guai (le re-azioni) quindi siamo in grado di agire con lucidità, con determinazione non aggressiva, con atteggiamento concludente. Trasmettiamo una pacatezza che allenta la rabbia degli altri e non ci lasciamo soggiogare dalla loro frustrazione. Possiamo arrivare come elementi che allentano la tensione e le paure.

 

Riepiloghiamo:

Accettare le emozioni

Non identificarci con le emozioni

Prendere le distanze e inquadrare situazione e elementi scatenanti

Capire cosa ci raccontano e cosa possiamo fare

Scegliere come vogliamo essere: padroni o schiavi?

Applicare utilmente la gestione delle proprie emozioni nelle relazioni così da riuscire a gestire anche quelle altrui

 

Stefano Pigolotti

 

 

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